Questo blog (non ufficiale!) è dedicato al festival di cultura e musica dell'America degli anni '40 e '50 che si svolge tutti gli anni in agosto a Senigallia - Riviera Adriatica.
Reportages, news, programmi, personaggi, racconti, appuntamenti e pensieri sparsi con un unico comune denominatore:
il (mio) Summer Jamboree!
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venerdì 23 gennaio 2009

il Summer Jamboree su "L'Espresso"

...dietro suggerimento di Alessandro... ;-)

Sul sito de "L'Espresso" è on-line un servizio sul Summer Jamboree 2008; il reportage è anche sulla versione cartacea di questa settimana della rivista.
Riporto di seguito l'interessante articolo scritto da
Alberto Dentice, buona lettura!

Rockabilly in Italy
di Alberto Dentice

Ogni anno a Senigallia, sul litorale adriatico, arrivano da tutto il mondo gli appassionati dei ritmi che travolsero l'America nel dopoguerra. Un popolo di ballerini scatenati. Tra gonne larghe, camicie hawaiane e pantaloni a vita alta. Buick d'epoca ed emuli di Fonzie. Foulard e fiumi di birre.


Arrivano da ogni parte d'Italia, ma anche da Svezia, Inghilterra, Germania e perfino dal Giappone. Il rito si ripete ogni estate a metà agosto. Quando, in occasione del Summer Jamboree, il lungomare di Senigallia si riempie di ciuffi e brillantina, rudi sosia di Fonzie e procaci Betty Boop. Ma anche di appassionati Doc e semplici curiosi venuti a far baldoria e a danzare al ritmo travolgente del rockabilly, del western swing, del country rock e del rhythm'n'blues. La musica infatti è il collante principale che unisce la tribù dei ribelli senza pausa. E i concerti sono la principale attrazione. Il festival ne spara almeno un centinaio a ogni edizione, richiamando in servizio, dal tempo che fu, i musicisti più famosi rimasti sulla piazza.

Per dire: due anni fa il mitico Jerry Lee Lewis, l'estate scorsa gli Stray Cats, eroi eponimi del revival rockabilly anni '80. Ma non è solo la musica, è l'intero paesaggio sonoro stile American Graffiti a essa collegato che, ogni volta, si materializza nella cittadina marchigiana come un film in 3D, popolato di cloni piovuti dallo spazio tempo. O fuggiti dalle illustrazioni di Rockwell. Ogni cultore appassionato del genere finisce per assumere movenze e costumi dei propri modelli d'antan, curando ogni dettaglio con dedizione maniacale. Le ragazze ostentano gonne larghe a vita stretta, foulard e sneakers colorate. I ragazzi jeans con il risvolto e giubbotti di pelle. Oppure pantaloni a vita alta, bretelle e camicie hawaiane come quelle di Elvis, considerato ancora, dai più, la massima divinità dell'Olimpo rockabilly.

Un luogo della mente dove il tempo sembra essersi fermato un attimo prima che il rock perdesse la sua innocenza. Dove le lancette dell'orologio (ricordate 'Rock around the clock'?), girano eternamente all'indietro e la settimana è scandita da una girandola di feste, balli scatenati e sbronze madornali.

Vasco Rossi voleva una vita alla Steve McQueen? I rockabillies preferiscono rifugiarsi in un mondo che non c'è più: l'America degli anni Quaranta e Cinquanta con i suoi miti e i suoi riti. E per vivere questo sogno sono disposti a tutto. A spendere una fortuna per una Buick o una Cadillac d'epoca, meglio se modificata, a bruciare la paga settimanale per i vinili fruscianti di Eddie Cochran, Louis Jordan e Johnny Burnette, per un giubbotto, una spilla d'epoca, a volare negli Stati Uniti per comprare una chitarra vintage in uno dei tanti festival che alimentano questo indotto (concerti live, dj set, parrucchieri, stilisti, locali notturni, scuole di ballo, tattoo studios, carrozzieri specializzati, spettacoli new burlesque) sostenuto anche in rete attraverso centinaia di siti dedicati.

Il Summer Jamboree, in attesa del decennale (per informazioni consultate il sito www.summerjamboree.com), organizza tra il 31 gennaio e fine marzo anche un Winter Jamboree, una stagione invernale ricca di eventi. "Anche in questa occasione vorremmo mantenere alta la qualità della baldoria e insieme approfondire una cultura e un periodo storico importante in cui la mano nera e la mano bianca si unirono, dando vita al rock'n' roll e al primo movimento interrazziale in quegli anni di segregazioni", spiega il direttore artistico Angelo Di Liberto.

Ma è d'estate che il festival, uno dei tre appuntamenti più importanti del mondo per gli appassionati del genere, riesce a calamitare in città la grande tribù dei rockabillies sparsa per il mondo. Un'umanità singolare e pittoresca assolutamente intergenerazionale e interclassista, l'età varia tra i 16 e i sessant'anni. C'è la commessa, c'è l'idraulico, c'è lo studente, c'è la parrucchiera, ma anche l'avvocato, il chirurgo e l'affermato professionista. Mischiati al pubblico e alle decine di migliaia di fans in arrivo da tutto il mondo, si riconoscono Claudio Greg Gregori del duo Lillo & Greg, lo stilista Jack Romani (Guru - Miss Sixty), Renzo Arbore, da sempre un cultore degli anni '50, e un rockabilly ante-revival come Dario Salvatori, ospite abituale assieme alla sua Studebacker rossa del 1953 nel défilé delle auto storiche che si svolge sul lungomare. Oltre a essere un collezionista, Salvatori è un ballerino appassionato di lindy hop, la danza afro-americana, lanciata negli anni Trenta, quando bianchi e neri ad Harlem affollavano il Savoy ballroom dove si esibivano le grandi orchestre swing di Count Basie e Chick Web. Di recente il lindy hop (in omaggio a Charles Lindberg, detto Lindy e al suo leggendario balzo attraverso l'Atlantico) è tornato in auge grazie a Frankie Manning, il fantastico ballerino afro-americano che lo lanciò e che a novant'anni continua a danzare e a tenere stages per il mondo.

Sbaglia però chi pensa che il fenomeno coinvolga soltanto una irriducibile schiera di nostalgici in età pensionabile. L'esercito dei rockabilly vanta reclute giovani e appassionate come Jennifer, rocker romana in movimento perpetuo tra la capitale e Amsterdam con la sua band Kick 'em Jenny e titolare di un rinomato studio di tatuaggi, il Tattoo Lady, in pieno centro. Per Jenny, come per gran parte dei rockabillies della sua generazione, il Summer Jamboree è solo uno dei tanti festival che scandiscono una stagione fitta di appuntamenti. "Chi vuole scoprire il lato più selvaggio del rockabilly", raccomanda Jenny, "deve almeno una volta fare un salto al Rhythm Riot di Liverpool, al Green Bay nel Wiscounsin, all'Hi-Rockabilly in Spagna, oppure a Bedrock in Danimarca". Qui, a giugno, in una cava abbandonata si danno appuntamento centinaia di fuori di testa con le loro vecchie auto anni '40 e '50 customizzate (ossia modificate) per ingaggiare spericolate gare di velocità senza regole, ubriacarsi di whisky e birra (le droghe sono out) e ballare fino all'alba con il rock delle radici suonato dagli epigoni di Charlie Feathers, Johnny Burnette e Louis Jordan.

Paradossale, ma il fenomeno musicale più esplosivo del 2008, decollato dall'Inghilterra, sono stati proprio Kitty Daisy & Lewis, un trio di fratelli rockabilly che conquista con il candore e la grinta di un rock primordiale, molto anni Cinquanta, proiettato verso il futuro. Daisy ha 19 anni, la sorellina Kitty 14 e il fratello Lewis 17. E se volete farvi un'idea del putiferio che si è scatenato attorno a questo trio di teenagers, fate un salto su YouTube.

L'altro fenomeno legato al revival rockabilly è il new burlesque, lo spogliarello di origine vittoriana in frizzante stile rétro, diventato ingrediente fisso di ogni festival. Sull'onda del successo, al Micca Club di Roma, il primo in Italia a scommettere su questo genere, nel giro di appena tre anni è nata l'Accademia del Burlesque. I corsi, presi d'assalto da una carica di casalinghe e aspiranti Bettie Page, hanno registrato il tutto esaurito. Il primo show delle debuttanti è fissato per il 26 gennaio. E chissà che anche regine del new burlesque come Dita Von Teese e Miss Dirty non debbano cominciare a temere la concorrenza.

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